Fin dalla sua partenza sono stato molto combattuto dal partecipare al dialogo on line sulle problematiche del nostro paese, il cui futuro mi sta molto a cuore, e non per miei interessi personali, ve l'ho dimostrato in questi ultimi 25 anni di mio indiscusso volontariato in ogni campo che poteva recare benefici a Magliano, ma perchè, tutto sommato, sono stato accolto favorevolmente tra voi, quando decisi, a suo tempo, di trasferire qui la mia famiglia e condividere i problemi di questa comunità. Una comunità nella quale mi sono sempre trovato a mio agio, con la mia onestà, la mia franchezza, la mia semplicità e il mio mettersi a servizio. E malgrado alcune recenti stomachevoli situazioni personali che si sono intersecate con la mia vita di tutti i giorni, e senza sentirmi per niente presuntuoso, credo di essere uno che ricorda il bene ricevuto e dimentica il male. Questo mi da lo stimolo per continuare ad interessarmi di questo paese che oggi, dopo tanti anni, posso dire essere il mio paese, dove ho raccolto gioie e dolori, dove ho trovato e perso colei che ha riempito la mia vita, dove spero di trascorrere il tempo che mi è rimasto per la corta e splendida prova che ci impegna su questa terra. Magliano è un posto favoloso che però, a mio personale parere, non è stato mai messo in condizione di esprimere in pieno tutte le sue enormi potenzialità. Sorvolo, per il mio spirito di estrema correttezza, il dare una mia interpretazione sulle cause che non hanno permesso al nostro paese di crescere pari passo alle opportunità fornite dal progresso, dal potenziamento della viabilità, dalle moderne tecniche e visioni dell'edilizia, dall'espansione del turismo di massa, dalla richiesta di ambiente sano e genuinità. Ognuno di voi, pensandoci un attimo, scavando nel profondo della propria coscienza e ripercorrendo gli ultimi cinquanta anni, saprà sicuramente cogliere ed attribuire le responsabilità, senza che sia io ad accusare. E voglio personalmente assumere parte di questa responsabilità perchè, forse, non sono andato oltre quel poco che ho fatto. Per tornare alla frase introduttiva di questa mia sincera esternazione, trovo difficoltà, ripeto, a dialogare attraverso un freddo pc, per il fatto che alla fine mi trovo a parlare col nulla, con un esercito di anonimi che, pur dicendo percentuali di verità, questa viene comunque dal buio, non è condivisibile con chi la esprime, visto che chi la esprime è nessuno. Quindi, partendo dalla certezza che sia io da solo, che ognuno di voi da soli, non possiamo fare nulla per cambiare questo stato di cose, lasciamo a casa il mouse e incontriamoci, impariamo a dialogare occhi negli occhi. Un progetto comunitario ha bisogno minimo di due persone che dialogano per nascere e per essere realizzato. Al bar seduti a prendere un caffé, al ristorante davanti a un piatto di strozzapreti, in chiesa su una panca a chiedere aiuto, su una panchina a discutere, in una sede opportunamente scelta, ovunque, due, dieci, cento, mille, tremilaottocento cittadini maglianesi, donne, giovani, meno giovani e anziani, in una assemblea universale, per stabilire il futuro del nostro paese, a prescindere da qualsiasi idea abbiano nel cranio. Solo così, con il dialogo e tutti insieme. I politici, i faccendieri, gli affaristi, i partiti, i falsi profeti, le arcaiche ideologie, le promesse rimaste tali, interi volumi di programmi irrealizzabili non servono più a nessuno, sono fuori tempo e fuori luogo. Ho lanciato un preciso messaggio. Pensaci MAGLIANO, INSIEME si può. C'è gia qualcuno che sta portando avanti questo difficile ma fantastico progetto.
Lorenzo Ballanti