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20 nov 2010

CAMBIO REGIONE


Riporto il post anche qui dato che , serenamente , lo abbiamo pensato e scritto insieme con gli amici di Sabinamente




E’ di dominio oramai più che pubblico come la questione relativa al cambio di Regione sia tornata in auge. Sia in virtù dei nostri “trascorsi”, sia perché più volte chiamati in causa, qui o in altri luoghi, crediamo che Sabinamente debba dire la sua.

Come in molte altre occasioni sembra che ci possano essere soltanto due visioni della medesima realtà: o si va in Umbria OGGI oppure si aspetta un DOMANI migliore.
Il fatto è che noi volevamo questo passaggio già da IERI!

Le ragioni che ci spingono a scegliere la regione con Perugia e Terni sono conosciute: non entriamo nel dettaglio, ma ricordiamo che esse non si basavano solo sulla questione relativa alla sanità, ma coinvolgevano anche ambiti fiscali, culturali, tradizionali, geografici e amministrativi.
Da più parti si è invocato un intervento diretto dei “ragazzi” che tempo fa perorarono la causa umbra. A questo rispondiamo in maniera chiara e semplice: non ci tiriamo indietro, né come associazione, né come blog e soprattutto come cittadini nel prendere parte a tutti i processi partecipativi e democratici che da oggi in futuro riguarderanno il cambio regione.
E’ necessario che, aldilà di ogni discorso sulla tempistica, ci sia la possibilità di confronto tra tutte le realtà territoriali per discutere e approfondire i pro e i contro dell’ipotetico passaggio in Umbria (proprio come facemmo nell’unico Forum [1,2,3] realizzato sul tema con la partecipazione di ogni forza politica locale). Siamo favorevoli al referendum (e al cambio regione), ma non possiamo non sottolineare come all'epoca la nostra proposta non ebbe grande appeal tra le forze politiche locali (ad eccezione delle passate segreterie di Sd, Verdi e Pdl).


Noi siamo sempre qui, con la nostra idea (a suo tempo lanciata dal nostro amico Paolo Tronati, promossa in gruppo e in modo compatto da Andrea Ballanti, Mattia Iacobelli, Francesco Sabbatini e Niccolò Saul Todini; nonché - e per fortuna!- rilanciata fortemente sui giornali da Paolo Di Basilio): ossia che l’Umbria rappresenta la naturale collocazione per il nostro territorio.
Se si intende promuovere effettivamente tale proposta, non solo come potente carta per fare pressione sulla Polverini, ma come reale opportunità per il nostro territorio, non potremo che confermare quello che pensavamo già due anni fa.

Ci auguriamo inoltre come questo argomento non debba divenire l’ennesimo motivo di divisione della popolazione, ma al contrario motivo di unione e coesione sociale, come avviene per la difesa dell’ospedale Marzio Marini. I due temi (ospedale e cambio regione), a nostro modesto avviso, non sono necessariamente legati a stretto filo: ovvio che tra essi ci siano forti implicazioni politiche, ma ricordiamo come creammo un movimento pro cambio Regione in tempi in cui la minaccia della chiusura del nosocomio non era argomento contingente.

E tale movimento è sempre pronto. Lo è sempre stato, fin dall'inizio, perché da sempre desideriamo avere quantomeno la possibilità di stare in un territorio in cui potercela battere (la prossima volta che dovremo combattere per difendere un altro pezzo di Magliano) con altri soggetti alla pari, o quantomeno non da una posizione di assoluta inconsistenza rispetto alla odierna Roma "Caput mundi" (o meglio, "Caput Fundi").

2 commenti:

Paolo Di Basilio ha detto...

Quel forum lo ricordo come un bel momento di democrazia. Se ricoradate bene, ne ho ancora la registrazione, non si alzò mai la voce. Personalmente - come sanno le persone che sono citate nel post - sono contrario al passaggio in Umbria. Lo ero allora. Lo sono oggi. Non entro nel merito, non è il momento, ma ritengo che la complessità dell'iter e la sua "vulnerabilità" (in qualunque momento si può tornare indietro) espongono le comunità che fanno questo passo a un isolamento (oltre quello che già c'è) terribile. Se ricordate bene lo dissi anche quella sera. Avete fatto bene a ripartire da lì. Secondo me bisognerebbe partire studiando chi ci ha già provato. Leonessa per esempio che, lasciatemelo dire per aver seguito 3 anni quella vicenda da vicino, non fece quel passo "per andare a sciare". Leonessa arrivò al referendum dopo 5 anni di campagna e dopo 20 anni che se ne parlava. Leonessa combatteva contro il Lazio che non gli voleva far fare no un impianto per sciare (quello già ce l'hanno, è Campo Stella) ma strutture per 56 milioni di euro (posti di lavoro eccetera, eccetera) sul versante Nord del Terminillo. Quando passò la delibera in consiglio comunale nel gennaio 2008 noi cronisti faticavamo a trovare un cittadino contrario. I consiglieri votarono all'unanimità e una volta alzata la mano dalla platea stapparono lo spumante. Eppure il referendum non è passato proprio perché l'isolamento di cui ho parlato prima mette in ogni caso paura. Secondo me è un elemento sul quale riflettere.
Ps. Ho messo il commento qui perché su Sabinamente me incastro, non lo so utilizzare. Se volete copiatelo.

MELAVERDE 2007 ha detto...

Grazie Paolo per essere sempre presente nelle questioni importanti della nostra comunita' illustrandoci il tuo pensiero.